Il giorno sabato 24 marzo 2018, si è tenuto presso il Circolo della Stampa di Avellino un incontro dal titolo “La Rosamarina, una tradizione tipica dell’Alta Valle del Sabato”, promosso dall’Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d’Italia) provinciale con la partecipazione delle Pro Loco e dei Comitati festa dell’Alta Valle del Sabato.
A mio parere, credo che la nostra Pro Loco abbia raggiunto uno dei suoi obiettivi chiave: la valorizzazione di TUTTE le tradizioni locali e la loro diffusione. Abbiamo fatto conoscere, in provincia, una nostra tradizione molto sentita ed amata.
Dopo i saluti istituzionali dei Sindaci dei Comuni interessati, sotto la direzione del Presidente dell’UNPLI Avellino, Prof. Giuseppe Silvestri, si sono avvicendati, al tavolo del convegno, i Presidenti dei vari Comitati festa e Pro loco che, ognuno per il proprio Paese, ha aggiunto le peculiarità della propria Rosamarina alla descrizione generale della tradizione compiuta dal Presidente della Pro loco Santostefanese, che ha illustrato brevemente gli elementi comuni del rito della Rosamarina nella Valle del Sabato.
Successivamenente, dopo i diversi interventi dei comitati della Valle, sono intervenuti il Prof. Pietro Pelosi, ricercatore presso l’Università degli Studi di Salerno, che ha ricondotto l’origine della Rosamarina ai riti inerenti il Ver Sacrum, la Primavera sacra, lo storico santostefanese Nicolino Farese, autore del libro “A Rosamarina – Storia e Fenomenologia di una tradizione di Santo Stefano del Sole e dell’Alta Valle del Sabato”, il primo studio approfondito del fenomeno sociale, che ha spiegato il legame della Rosamarina con il Santo Patrono ed, infine, il Vicepresidente dell’Associazione Rosamarina Santostefanese, che, dopo aver spiegato la Rosamarina santostefanese, ha mostrato, a conclusione dell’incontro,,ai presenti come si realizza praticamente una “frasca di Rosamarina”.
Non sono mancati i momenti di commozione generale, come quando lo storico Nicolino Farese ha riprodotto un disco di vinile su cui fu registrato, negli anni ’50, il canto popolare, ricordando come questi dischi venissero poi inviati dai Santostefanesi ai parenti emigrati, oppure quando, al termine del Convegno, alcuni gruppi musicali si sono esibiti intonando le note del canto tradizionale.
Grande anche la partecipazione dei giovani, interessati in prima persona in quanto su loro grava l’onere e l’onore di portare avanti e sostenere ciò che è stato “dato loro in eredità” e tramandato dai propri nonni e genitori: ciò che da oltre un secolo riunisce la comunità (e l’intera Alta Valle del Sabato) in un’unica identità culturale.
È stato un incontro molto partecipato, con un’intera sala attenta dall’inizio alla fine, nonostante i numerosi interventi.
Il risultato del Convegno è stato di grandissima soddisfazione anche per coloro che già conoscevano bene la Rosamarina, entusiasti nel sentire quanta passione c’è dietro questo rito e come, cinque paesi distinti per posizione geografica e peculiarità economiche siano, in realtà, così vicini dal punto di vista culturale.
In conclusione, vorrei solo far notare ai cari lettori, i complimenti ricevuti dalle altre Rosamarine ai nostri suonatori santostefanesi, segno di come la Rosamarina santostefanese sia apprezzata nella stessa Valle.
La ben riuscita di questo incontro, soprattutto per Santo Stefano, è stato possibile solo grazie all’aiuto delle altre associazioni, a cui va il mio ringraziamento: all’Associazione “La Rosamarina” che quest’anno organizzerà la tradizionale Rosamarina nel nostro paese e l’associzione Tre Tigli, con l’intervento di Nicolino Farese. E’ forse questo il principale motivo per cui l’evento è ben riuscito: la collaborazione tra le varie associazioni!
Se saremo in grado di intraprendere questa strada ed evitare sterili ed inutili critiche volte solo a destabilizzare l’ambiente, le tradizioni di Santo Stefano non moriranno e saranno conosciute anche e soprattutto al di fuori del nostro paese.
Sono certo che oggi Santo Stefano si sia ritagliato un angolo nella provincia.