Angelo Petretta, “il Collettore”

Angelo Petretta

Angelina Tedeschi

 

 

 

 

 

 

 

 

Angelo Petretta, conosciuto dai Santostefanesi come “il Collettore“, nacque a Santo Stefano del Sole il 31 agosto 1877 e sposò Angelina Tedesco di Serino, dalla quale non ebbe figli e che lo lasciò presto vedovo: vicenda che ne condizionerà le scelte di vita per tutti gli anni a venire, fino alla morte.
Infatti, prima di incontrarla, Angelo Petretta aveva indirizzato la sua vita, se non alla dissolutezza, certamente alla ricerca degli agi e degli svaghi. Di bell’aspetto, nonostante una precoce ed incipiente calvizie, alto un metro e settantuno centimetri, raccontano che si facesse spedire raffinati profumi da Parigi e che usasse gettare via il fazzoletto di stoffa appena utilizzato, in tempi in cui la miseria diffusa la faceva da padrona.
Il 1 novembre 1891, a soli 14 anni era stato aggregato, come volontario, alla classe 1875 (lui che era del 1877) e assegnato al 3° Reggimento Genio. Nel 1896 segue un corso per telegrafisti e il 25 gennaio 1897, ormai ventenne, ottiene la qualifica di Telegrafista e inviato in Africa nella colonia italiana di Eritrea. Rientrato in Italia il 4 aprile 1898 rimane aggregato fino al 1° maggio presso il 3° Regg. Genio Specialità Telegrafisti”. Ed è proprio con la qualifica di Ricevitore Postelegrafonico che il 20 settembre 1898 Angelo Petretta viene assunto presso la Collettoria già operante a S. Stefano dal 1890.
A fare da freno alla sua esuberanza era, intanto, intervenuto l’incontro con quella ragazza di Serino (nata a S.Lucia di Serino il 4 aprile 1886), di nove anni più giovane. Angelina Tedeschi appartiene ad una famiglia benestante: sia il padre Ferdinando Tedeschi che la madre Donata Cirino sono possidenti”. Perciò, in vista del matrimonio Angelo Petretta si adopera per costruire la casa destinata ad accogliere la futura famiglia. inizia a sopraelevare di un piano la casa a lui destinata, in qualità di primogenito, dal padre Giuseppe.
Il 30 maggio 1907 si celebra il loro matrimonio, ma il sacerdote è costretto a recarsi in via San Giacomo, a Sala di Serino, presso l’abitazione della sposa per il precario stato di salute di questa, malata di tifo. Il Petretta tenterà mille strade per assicurarle una guarigione. Aiutato in casa da Giovanna Cioppa, la ragazza che nel 1928 il sarto Fiorentino Feola sposerà in seconde nozze, la condurrà spesso a respirare l’aria pura della montagna, la porterà al Santuario di Pompei. Si racconta che l’abbia fatta visitare perfino da Giuseppe Moscati, íl “medico santo”, peraltro suo compaesano.
Tutti i suoi pensieri sono rivolti alla moglie. Mentre è in corso la Grande Guerra, il 18 gennaio 1917 Angelo Petretta, nonostante i suoi 40 anni, viene richiamato alle armi ma non si presenta. È troppo preso dalle sorti della moglie. Viene dichiarato disertore e denunciato al Tribunale di Napoli. Dieci anni di vita matrimoniale. Senza figli. Dieci anni di travagli con la signora Angelina che peggiora sempre più. Si arriva così all’epilogo finale: Angelina Tedeschi si spegne a Serino il 4 ottobre 1917.
Angelo Petretta non si riprenderà più, nonostante sia stato riabilitato dall’accusa di diserzione e dispensato in quanto Ricevitore Postelegrafonico. Vivrà il resto della sua lunga vita (morirà a 94 anni il 13 dicembre 1971] come una sorta di espiazione.
Ritiratosi ad abitare nei locali dell’ufficio postale, rinuncia all’abitazione paterna a favore del fratello Giovanni e, pur continuando a gestire la festa del Santo Patrono, si tuffa in quella che ormai diventerà la sua principale missione: assistere gli anziani, i poveri e i bambini bisognosi del paese.
Nell’agosto 1924, grazie al contributo del Comune, alle offerte dei santostefanesi (anche residenti in America) e con le economie ricavate dalle feste stesse, dà inizio alla costruzione dell’Asilo Infantile San Vito Martire. L’edificio venne inaugurato all’inizio il 28 ottobre 1930.
Nel 1938 il Collettore dirige l’ultima Festa di San Vito Martire, dopo averla curata ininterrottamente fin dal 1903, per 35 anni.
Angelo Petretta muore il 13 dicembre 1971, senza essere riuscito a veder realizzato l’altro suo sogno il “Mendicicomio” come definiva l’ospizio per i vecchi che aveva in mente da anni.
Con la sua morte, la gestione dell’Asilo, così come nelle intenzioni del suo fondatore, passa nelle mani del dott. Furcolo Ciriaco. Nel 1994 e Suore che lo gestivano lasciano il Comune.
Nel 2012, infine, l’Ente Morale Asilo Infantile San Vito Martire cambia volto trasformandosi, da istituzione pubblica, un ente di diritto privato, a Fondazione Angelo Petretta, meravigliosamente gestito dalla Presidente Lucia Pellecchia.

 

Fonti:

– Farese Nicolino , Agorà e luogo dell’anima di S.Stefano del sole. La piazza, Ed. Gutenberg, Penta, 2016.

A cura di Andrea Melillo

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