Filodrammatica Santostefanese

La Filodrammatica Santostefanese fu una compagnia teatrale operante in S. Stefano del Sole a partire dal 1930, con una copiosa attività teatrale, fino al 1937 e riprendendo nel dopoguerra e fino al 1950.

La Compagnia nacque da un’idea del dott. Vito Fiore, figlio del farmacista Francesco Fiore e Concetta Vingo, seguito dal fratello Donato Fiore, Isabella Napolitano (detta Berta, dal nome del personaggio interpretato), Domenico Picone, Rocco Cocchia, Pellegrino Fiore, Riccardo De Feo, Torquato Romano, Giuseppe Vingo, Luigi Iallonardo, Cesarino Colacurcio, Giovanni Tirella, Olimpia Romano, Raffaele Picone, Tommasino Colacurcio e Laura Romano.

Le rappresentazioni avvenivano in piazza, nei tre mesi estivi, da giugno ad agosto, per un totale di 4-5 commedie all’anno, distribuite in 3 sere: venerdì, sabato e domenica.

L’attrezzatura (palco, scenografie, arredi, costumi e libretti d’opera) era fornita dalla Società Iannino e Membrino di Lapio, operante in tutta la Campania, e che, nei primi tempi, prendeva anche parte allo spettacolo con propri attori.

Suggeritore ufficiale era il dott. Vito Fiore e il fratello Donato fungeva da Direttore di Scena.

Innumerevoli furono le opere teatrali rappresentate, tra cui tragedie, commedie, farse, opere buffe e drammi sacri.

In poco tempo la Filodrammatica di S. Stefano del Sole divenne famosa fino ad Avellino, dove spesso recitava, con grande lustro al Paese e all’Amministrazione Comunale, che concedeva l’Aula Consiliare del Municipio agli attori al fine di preparare le parti teatrali.

L’attività teatrale fu sospesa dal 1937 al 1945, quando riprese l’attività con il nome di “Filodrammatica Dott. Vito Fiore, nel frattempo rimasto vittima degli eventi bellici. Il suo posto fu ricoperto dal dott. Giuseppe Palladino.

Le rappresentazioni teatrali non si tenevano più nella piazza principale del Paese, tranne in occasione delle feste, ma nella sala dell’E.C.A., con entrata a pagamento.

L’esperienza della Filodrammatica si chiuse nel 1950, anche se vi furono sporadiche attività successive (come in occasione della festa di San Vito Martire del 1956 quando fu rappresentata “la vita e miracoli di San Vito Martire” e del 1964, ricorrenza del centocinquantenario della Traslazione).

Fonte:

– Farese Nicolino , Agorà e luogo dell’anima di S.Stefano del sole. La piazza, Ed. Gutenberg, Penta, 2016.

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